2 Agosto
2005
Mt 18,20 offre il tema alla settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani del 2006: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome
io sono in mezzo a loro”. In realtà, la comune riflessione sul capitolo 18
del Vangelo di Matteo riveste un particolare rilievo anche per la situazione
attuale del mondo ecumenico. L’interesse di questo passo evangelico per
l’ecumenismo si fonda su una duplice motivazione: prima di tutto per i suoi
contenuti, come il ruolo dei piccoli, la correzione fraterna e il perdono nella
comunità, e poi per il criterio prettamente ecumenico che traspare dalla scelta
di questo passo del Vangelo, e cioè, costruire l’unità attorno alla persona e
alla parola di Cristo risorto presente nella chiesa. Di fatto, è questa la
preoccupazione Matteo: presentarci l’immagine di una comunità cristiana
caratterizzata dalla presenza del Risorto al suo centro.
Offriamo un sussidio francescano che può aiutare a inserirsi nella preghiera di tutti i cristiani.
CELEBRAZIONE ECUMENICA DELLA PAROLA DI DIO
18-25 gennaio 2006
“Dove due o tre sono riuniti nel mio nome
io sono in mezzo a loro”
1. giorno: Uniti
dalla presenza di Cristo
“Un solo Signore, una sola fede, un solo
battesimo” (Ef 4,5-6)
Ez 37,15-28 La
mia dimora sarà con loro
Sal 67 (66) Ti
lodino i popoli, o Dio
Ef 4,1-6 Un
solo Signore, una sola fede, un solo battesimo
Gv 14,23-27 Noi
verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui
Fonti Francescane:
chi è
semplice, fedele e puro diventa dimora di Dio (Lfed 46-60, FF 199-201)
[199] Non dobbiamo essere sapienti e prudenti secondo la carne, ma piuttosto dobbiamo essere semplici, umili e puri. Teniamo i nostri corpi in umiliazione e dispregio, perché noi, per colpa nostra, siamo miseri, fetidi e vermi, come dice il Signore per bocca del profeta: " Io sono un verme e non un uomo, l'obbrobrio degli uomini e scherno del popolo".
Mai dobbiamo desiderare di essere sopra gli altri, ma anzi dobbiamo essere servi e soggetti ad ogni umana creatura per amore di Dio.
[200] E tutti quelli e quelle che si diporteranno in questo modo, fino a quando faranno tali cose e persevereranno in esse sino alla fine, riposerà su di essi lo Spirito del Signore, ed egli ne farà sua abitazione e dimora. E saranno figli del Padre celeste, di cui fanno le opere, e sono sposi, fratelli e madri del Signore nostro Gesù Cristo.
Siamo sposi, quando l'anima fedele si congiunge a Gesù Cristo per l'azione dello Spirito Santo. E siamo fratelli, quando facciamo la volontà del Padre suo, che è in cielo. Siamo madri , quando lo portiamo nel nostro cuore e nel nostro corpo attraverso l'amore e la pura e sincera coscienza, e lo generiamo attraverso il santo operare, che deve risplendere in esempio per gli altri.
[201] Oh, come è glorioso e santo e grande avere in cielo un Padre!
Oh, come è santo, consolante, bello e ammirabile avere un tale Sposo!
Oh, come è santo, come è delizioso, piacevole, umile, pacifico, dolce e amabile e sopra ogni cosa desiderabile avere un tale fratello e figlio, il quale offrì la sua vita per le sue pecore e pregò il Padre per noi, dicendo: " Padre santo, custodisci nel tuo nome quelli che mi hai dato. Padre, tutti coloro che mi hai dato nel mondo erano tuoi e tu li hai dati a me. E le parole che desti a me, le ho date a loro; ed essi le hanno accolte e veramente hanno riconosciuto che io sono uscito da te ed hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro e non per il mondo. Benedicili e santificali. E per loro io santifico me stesso affinché siano santificati nell'unità come lo siamo noi. E voglio, o Padre, che dove io sono ci siano anch'essi con me, affinché vedano la mia gloria nel tuo regno".
2. giorno: Costruire
la comunità con Gesù in mezzo a
noi – Un ecumenismo al quotidiano
« Anche voi vi dovete lavare i piedi
l’un l’altro » (Gv
13,14)
Dt 30,15-20 Allora
tu vivrai e diventerai numeroso
Sal 133 (132) Com’è
bello trovarsi tra fratelli
1 Cor 12,12-31 Dio ha
disposto nel corpo ciascun membro secondo la sua volontà; voi siete sue membra,
ciascuno per la sua parte
Gv 13,1-15 Anche
voi vi dovete lavare i piedi l’un l’altro
Fonti
Francescane: i frati siano
umili, modesti, pacifici, amorevoli, assidui nel servizio reciproco (Rnb 11;
FF 36-37)
[36] E tutti i frati si guardino dal calunniare
alcuno, e evitino le dispute di parole,
anzi cerchino di conservare il silenzio, se Dio darà loro questa grazia. E non
litighino tra loro, né con gli altri, ma procurino di rispondere con umiltà,
dicendo: Sono servo inutile.
[37] E non si adirino, perché chiunque si adira col suo fratello, sarà
condannato al giudizio; chi avrà detto al suo fratello «raca», sarà condannato
nel Sinedrio; chi gli avrà detto «pazzo», sarà condannato al fuoco della Geenna.
E si amino scambievolmente, come dice il Signore: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate scambievolmente come io ho
amato voi». E mostrino con le opere
l'amore che hanno fra di loro, come dice l'apostolo: «Non amiamo a parola né con la lingua, ma con le opere e in verità».
E non oltraggino nessuno; non
mormorino, non calunnino gli altri, poiché è scritto: «i sussurroni e i detrattori sono in odio a Dio». E siano modesti, mostrando ogni mansuetudine verso
tutti gli uomini. Non giudichino, non condannino; e come dice il Signore,
non guardino ai più piccoli peccati
degli altri, ma pensino piuttosto ai loro nell'amarezza della loro anima.
E
si sforzino di entrare per la porta stretta, poiché dice il Signore: «Angusta
è la porta e stretta la via che conduce alla vita; e sono pochi quelli che la
trovano».
3. giorno: Pregare
insieme nel nome di Gesù
“Il
Signore brama di farvi grazia…” (Is 30,18a)
Is 30,18-26 Egli
certamente sarà benevolo con voi
Sal 136 (135) Il
suo amore dura per sempre
At 1,12-14 Insieme
nella preghiera
Mt 18,18-20 Preghiera
nel nome di Gesù
Fonti Francescane: costruire in noi una
dimora permanente per Dio e
pregare senza stancarsi mai (Rnb 22,27-42, FF 61)
[61] E sempre costruiamo in noi una casa e una
dimora permanente a Lui, che è il Signore Dio onnipotente, Padre e Figlio e
Spirito Santo, e che dice: «Vigilate
dunque e pregate in ogni tempo, affinché possiate sfuggire tutti i mali che
accadranno e stare davanti al Figlio dell'uomo. E quando vi mettete a pregare, dite: Padre nostro che sei nei cieli.
E adoriamolo con cuore puro, poiché
bisogna sempre pregare senza stancarsi mai; infatti il Padre cerca tali adoratori. Dio
è spirito, e bisogna che quelli che lo adorano, lo adorino in spirito e
verità». E a lui ricorriamo come al
pastore e al vescovo delle anime nostre, il quale dice: «lo sono il buon Pastore, che pascolo le mie
pecore e do la mia vita per le mie pecore». «Voi siete tutti fratelli. Non
vogliate chiamare nessuno padre vostro sulla terra, perché uno solo è il vostro
Padre, quello che è nei cieli. Né fatevi chiamare maestri, perché uno solo è il vostro maestro, che è
nei cieli, [Cristo]». «Se rimarrete
in me e rimarranno in voi le mie parole, domanderete quel che vorrete e vi
sarà fatto. Dove sono due o tre
riuniti nel mio nome, ci sono io in mezzo a loro. Ecco, io sono con voi fino alla fine dei secoli. Le parole che vi ho detto sono spirito e
vita. lo sono la via, la verità e la
vita».
4. giorno Dal
passato all’avvenire: perdono e guarigione delle memorie
« Io
non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette » (Mt 18,22)
Gion 3 Pentimento
di Ninive, la grande città
Sal 51 (50) Un
appello alla misericordia
Gv 8,1-11 Neppure
io ti condanno
Fonti Francescane: prima di accostarsi a Dio con la preghiera
bisogna riconciliarsi e affidarsi alla preghiera dell’offeso (RCh 9,7-11,
FF 2803)
[2803] Se accadesse, il che non sia, che fra una sorella e l'altra sorgesse talvolta, a motivo di parole o di segni, occasione di turbamento e di scandalo, quella che fu causa di turbamento, subito, prima di offrire davanti a Dio l'offerta della sua orazione (cfr Mt 5,23), non soltanto si getti umilmente ai piedi dell'altra domandando perdono, ma anche con semplicità la preghi di intercedere per lei presso il Signore perché la perdoni. L'altra poi, memore di quella parola del Signore: «Se non perdonerete di cuore, nemmeno il Padre vostro celeste perdonerà a voi (Mt 6,15; 18,35), perdoni generosamente alla sua sorella ogni offesa fattale».
5. giorno: La
presenza di Dio in mezzo a noi : un appello alla pace
“Il
Signore è con noi” (Sal 46)
1 Re 19,1-13a Nel
sussurro di un soffio leggero
Sal 46 (45) Il
Signore è con noi
At 10, 9-48 Dio
non fa distinzione di persone
Lc 10,25-37 E
chi è il mio prossimo?
Fonti Francescane: dopo l’incontro con il
Crocifisso Francesco riconosce Gesù nel lebbroso (Test 1-4, FF
110; 2Cel 9, FF 592)
[110] Il Signore dette a me, frate Francesco, d'incominciare a fare penitenza così: quando ero nei peccati mi sembrava cosa troppo amara vedere i lebbrosi e il Signore stesso mi condusse tra loro e usai con essi misericordia. E allontanandomi da essi, ciò che mi sembrava amaro mi fu cambiato in dolcezza d'animo e di corpo. E di poi, stetti un poco e uscii dal mondo.
[111] E il Signore mi dette
tale fede nelle chiese che io così
semplicemente pregavo e dicevo: Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, anche in
tutte le tue chiese che sono nel mondo intero e ti benediciamo, perché con la
tua santa croce hai redento il mondo. (Testamento)
[592 ] Fra
tutti gli orrori della miseria umana, Francesco sentiva ripugnanza istintiva
per i lebbrosi. Ma, ecco, un giorno ne incontrò proprio uno, mentre era a
cavallo nei pressi di Assisi. Ne provò grande fastidio e ribrezzo; ma per non
venire meno alla fedeltà promessa, come trasgredendo un ordine ricevuto, balzò
da cavallo e corse a baciarlo. E il lebbroso, che gli aveva steso la mano, come
per ricevere qualcosa, ne ebbe contemporaneamente denaro e un bacio. Subito
risalì a cavallo, guardò qua e là - la campagna era aperta e libera
tutt'attorno da ostacoli - , ma non vide più il lebbroso. Pieno di gioia e di
ammirazione, poco tempo dopo volle ripetere quel gesto: andò al lebbrosario e,
dopo aver dato a ciascun malato del denaro, ne baciò la mano e la bocca.
Così
preferiva le cose amare alle dolci, e
si preparava virilmente a
mantenere gli altri propositi.
(2
Celano)
6. giorno: Missione
nel nome di Gesù
“Così
è volontà del Padre vostro nei cieli che nessuno di questi piccoli vada
perduto” (Mt 18:14)
Dn 3,19-30 Testimoniare
la fede
Sal 146 (145) A
lode di Dio Salvatore
At 8,26-40 Filippo
rende testimonianza all’eunuco etiope
Lc 10,1-12 Gesù
invia i suoi discepoli
Fonti Francescane: il ministro è un testimone della misericordia
di Dio (Lmin 6-11, FF 235)
[235] E questo sia per te più che stare appartato in un eremo. E in questo voglio conoscere se tu ami il Signore ed ami me suo servo e tuo, se ti diporterai in questa maniera, e cioè: che non ci sia alcun frate al mondo, che abbia peccato, quanto è possibile peccare, che, dopo aver visto i tuoi occhi, non se ne torni via senza il tuo perdono, se egli lo chiede; e se non chiedesse perdono, chiedi tu a lui se vuole essere perdonato. E se, in seguito, mille volte peccasse davanti ai tuoi occhi, amalo più di me per questo: che tu possa attrarlo al Signore; ed abbi sempre misericordia per tali fratelli.
7. giorno: Riconoscere
la presenza di Dio nell’altro: accogliere l’altro nel nome di
Gesù
“Chiunque
accoglie uno di questi piccoli nel mio nome accoglie me” (Mt 18, 5)
Es 3,1-17 Il
roveto ardente
Sal 34 Il
Signore custodisce coloro che hanno il cuore affranto
At 9,1-6 Io
sono Gesù che tu perseguiti
Mt 25,31-46 Gesù
è presente nel nostro prossimo
Fonti Francescane: accogliere
gli altri come si vorrebbe essere accolti (Lfed 41-44, FF 197-198)
[197] Colui al quale è affidata l'obbedienza e che è ritenuto maggiore sia come il minore e servo degli altri fratelli, e usi e abbia nei confronti di ciascuno dei suoi fratelli quella misericordia che vorrebbe fosse usata verso di sé qualora si trovasse in un caso simile.
[198] E per il peccato commesso dal fratello non si adiri contro di lui, ma lo ammonisca e lo conforti con ogni pazienza e umiltà.
8. giorno: Uniti
nella speranza
“In quel giorno voi conoscerete che
io sono nel Padre, e voi in me, e io in voi” (Gv 14,20)
Es 40,34-38 In
tutti i loro viaggi la nube del Signore era sopra il tabernacolo
Sal 42 (41) Spera
in Dio, perché ancora lo loderò
Ap 21,1-6 Dio
stesso sarà con loro
Gv 14,15-31 Non
vi lascerò orfani
Fonti Francescane: l’anima fedele è dimora di Dio a motivo della
carità (3LAg 21-26, FF 2892-2893)
[2892] È ormai chiaro che l'anima dell'uomo
fedele, che è la più degna tra tutte le creature, è resa dalla grazia di Dio più grande del cielo.
Mentre, infatti, i cieli con tutte le
altre cose create non possono contenere
il Creatore (cfr 1Re 8,27; 2Cr 2,5), l'anima fedele invece, ed essa sola, è sua
dimora e soggiorno (cfr Gv 14,23), e
ciò soltanto a motivo della carità, di cui gli empi sono privi. É la stessa
Verità che lo afferma: Colui che mi ama, sarà amato dal Padre mio, e
io pure l'amerò; e noi verremo a lui e porremo in lui la nostra dimora (Gv
14,21.23).
[2893] A quel modo, dunque, che la gloriosa Vergine delle vergini portò Cristo materialmente nel suo grembo, tu pure, seguendo le sue vestigia (cfr 1Pt 2,21), specialmente dell'umiltà e povertà di lui, puoi sempre, senza alcun dubbio, portarlo spiritualmente nel tuo corpo casto e verginale. E conterrai in te Colui dal quale tu e tutte le creature sono contenute (cfr Sap 1,7; Col 1,17), e possederai ciò che è bene più duraturo e definitivo anche a paragone di tutti gli altri possessi transeunti di questo mondo.
- Per i pastori della Chiesa, i religiosi e le religiose: tendendo con tutta la loro vita a Dio imparino a non essere sapienti e prudenti secondo la carne ma piuttosto semplici e umili per guidare, incoraggiare e sostenere, sulla medesima via, tutti gli uomini, preghiamo
- Per tutti noi: animati dalla Parola del Signore ci impegniamo a non dire male di nessuno, né a mormorare, ma a sapere apprezzare il bene che Dio dice e fa negli altri e ci sentiamo responsabili del dono che Dio ha seminato nei nostri cuori, preghiamo
-
Per quanti nel
mondo cercano Dio con cuore sincero, perché si aprano con semplicità
all’incontro con lui nella lode continua senza mai stancarsi e trasmettano ai
fratelli la ricchezza del suo amore, preghiamo
-
Per le persone
consacrate alla vita contemplativa: sappiano mostrare la gioia del perdono
ricevuto e sperimentato e la libertà della loro offerta e rinuncia, preghiamo
-
Per gli uomini
e le donne ancora oggi coperti dalla lebbra causata dagli orrori della miseria
umana, perché possano incontrare nella loro vita altri fratelli che, come
Francesco d’Assisi, mostrino a loro aiuto, comprensione e sostegno, preghiamo
-
Per il popolo
di Dio: lo Spirito che lo regge e
guida susciti sempre pastori santi, costruttori di Chiese vive, educatori e
padri saggi capaci di fare
scaturire dal cuore le acque della misericordia divina, preghiamo
-
Per i giovani:
sappiano riconoscere che a nulla
serve sognare una famiglia, una comunità ideale senza difetti e contraddizioni,
ma che la vera obbedienza consiste nell’accettare il reale inevitabile con le
sofferenze causate dai fratelli, preghiamo
-
Per noi qui
presenti: perché comprendiamo l’inestimabile dono del Signore che dona se
stesso nell’Eucaristia per fare della nostra vita la sua dimora vera, per ridonarla
ai fratelli nell’amore e nella speranza, preghiamo
- Padre santo, che hai inviato Gesù, nostro dolce e amabile fratello per portare la tua parola di salvezza, fa che il mondo intero sia santificato nell’unità e nella pace e che in ogni angolo della terra brilli la luce del tuo regno, preghiamo
- Padre santo, aiutaci a riscoprire ogni giorno il valore dell’amore condiviso, quale segno dell’amore costante e premuroso di Gesù tuo figlio per l’umanità che ci ha detto: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate come io ho amato voi”, preghiamo
- Padre santo, che sei custode e difensore nostro: difendi le Chiese da ogni divisione ed errore, conservaci nella pace e ricrea l’unità nella verità che abbiamo perduto a causa dei nostri peccati, preghiamo
- Padre santo, che sei umiltà e perdono, insegnaci ad amare con cuore indiviso Cristo crocifisso
nel volto dei fratelli che abbiamo scandalizzato con le nostre divisioni e guarisci con la rugiada
della tua misericordia, tutte le memorie antiche dei nostri errori, preghiamo
- Padre santo, che hai promesso il centuplo a coloro che, abbandonate le cose del mondo, seguono Cristo, aiutali a cercare sempre con fedeltà il tuo regno, prima di ogni altra cosa, preghiamo
- Padre santo, che hai mandato Gesù, tuo Figlio diletto, nel mondo per curare, perdonare , accogliere le pecore più deboli della tua casa, suscita anche oggi i tuoi santi, illuminati e trafitti dalla tua misericordia, a infondere speranza ai più fragili e smarriti, preghiamo
- Padre santo, che hai effuso lo Spirito Santo per santificare e purificare la tua Chiesa, illumina e fortifica i pastori perché la guidino efficacemente come servi e minori con la parola, l’esempio e la carità, preghiamo
- Padre santo, che hai voluto che la gloriosa Vergine delle vergini, Maria, portasse materialmente nel suo grembo Gesù, tuo Figlio, aiutaci ad accogliere il tuo Verbo fatto uomo, nell’interiore ascolto delle Scritture sacre , nella partecipazione sempre più viva al cammino dell’unità, della pace nella vita di ogni giorno, preghiamo
CELEBRAZIONE ECUMENICA DELLA PAROLA DI DIO
18-25 gennaio 2006
CON RIFLESSIONE ECUMENICA E FRANCESCANA
“Se due o tre si riuniscono nel mio nome, io
sono in mezzo a loro”
(Matteo 18,18-20)
Due sono i temi principali, sottesi alla
celebrazione ecumenica:
Tema A:
“Se due o tre si
riuniscono nel mio nome”. Motivo ispiratore di questo tema è la volontà di
incoraggiare e rafforzare la comunione del popolo di Dio, sia esso radunato in
piccoli gruppi, o in grandi assemblee, sia nella vita di tutti i giorni che
nelle celebrazioni liturgiche ufficiali. La fedeltà alla chiamata di Dio non è
prerogativa solo delle grandi assemblee, ma si manifesta anche quando solo “due
o tre”, nel nome di Gesù, si riuniscono nell’amore, nella preghiera, nello
studio della Bibbia. Infatti è l’amore vicendevole fra le persone che realizza
il Regno di Dio in terra.
Tema B:
“Allora Pietro si
avvicinò a Gesù e gli domandò: -Signore, quante volte dovrò perdonare a un mio
fratello che mi fa del male? Fino a sette volte? - Rispose Gesù: -No, non dico
fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette!-” . Spesso parliamo di
perdono, ma raramente cerchiamo davvero di perdonarci l’un l’altro. C’è un
forte, ricorrente invito al pentimento che attraversa l’atmosfera di questa
celebrazione. Ciò affiora in special modo alla fine, nella invocazione
penitenziale, e nella preghiera del Padre nostro: “rimetti a noi i nostri
debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”.
C=CELEBRANTE
T=TUTTI
L= LETTORE
I. APERTURA DELLA CELEBRAZIONE
Benvenuto e preghiera di apertura
C: La
grazia e la pace siano con voi
T: La
grazia e la pace siano con te
C e T: Nel nome di Dio nostro
Padre e del Signore Gesù Cristo.
Introduzione
Il
Signore invita i cristiani a radunarsi e mostra loro che l’amore e il perdono
sono congiunti. L’esperienza di Cristo sulla croce spinge i cristiani a tendere la mano e perdonare. Nei
borghi, nei paesini e nelle città il popolo di Dio è chiamato a trovare un modo
per procedere verso la riconciliazione, confessando e riconoscendo il male e la
sofferenza inflitti al proprio prossimo. Con questa consapevolezza essi
potranno cercare il perdono e la piena guarigione della memoria, nella nuova
strada tracciata da Cristo.
Canto d’ingresso / Inno / Lode
Litanie a Cristo
C: O
Gesù, Signore Risorto
T: Siamo
qui riuniti nel tuo nome.
C: O
Gesù, Buon Pastore
T: Siamo
qui riuniti nel tuo nome.
C: O
Gesù, Parola di vita
T: Siamo
qui riuniti nel tuo nome.
C: O
Gesù, Amico dei poveri
T: Siamo
qui riuniti nel tuo nome.
C: O
Gesù, Sorgente di perdono
T: Siamo
qui riuniti nel tuo nome.
C: O
Gesù, Principe della pace
T: Siamo
qui riuniti nel tuo nome.
T: O
Signore Gesù Cristo,
ci
raduni nella fede e nell’amore,
soffia
ancora su di noi la nuova vita del tuo Santo Spirito
affinché
possiamo ascoltare la tua santa parola,
pregare
nel tuo nome,
cercare
ardentemente l’unità fra noi cristiani,
e
vivere in pienezza la fede che professiamo.
A
te la gloria e l’onore
con
il Padre e lo Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen,
II. PROCLAMAZIONE DELLA PAROLA DI DIO
Vi esorto dunque io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l'unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti. A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo.
CHE TUTTI SIANO UNO
In quanto cristiani, abbiamo
il dovere di non dimenticare mai la preghiera del Signore nostro Gesù Cristo
fatta al Padre celeste: “… perché tutti siano una cosa sola. Come tu, Padre,
sei in me e io in te” (Gv 17,20-22). Per questo anche la chiesa fondata da lui,
non può essere che una sola, come dice anche San Paolo parlando agli Efesini e
tramite loro anche a noi: “ cercando di conservare l’unità dello Spirito per
mezzo del vincolo della pace”. (Ef 4, 1-6).
In
questo modo, tanto la chiesa primitiva quanto la chiesa del periodo patristico,
non hanno cessato mai di sperare, di pregare e di agire per “l’unità di tutti”,
trasmettendo anche ai secoli futuri la stessa speranza, le stesse preghiere e
lo stesso modo di agire. È utile l’appoggio che viene da Dio, e questo ce lo fa
capire il Redentore Gesù Cristo, con l’esempio che ci ha dato quando ha
pregato: “Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché
siano una cosa sola, come noi. … perché tutti siano una sola cosa. Come tu,
Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola” (Gv
17,11-12.21).
La
preghiera del Signore rappresenta per noi un santo incoraggiamento a chiedere
a Dio l’immenso dono dell’unità in
lui, e, per lui, con i nostri fratelli.
Per
essere fedeli all’ideale dell’unità che ci è cara e così vicina, dobbiamo
capire che per la sua realizzazione è necessaria la decisione di lavorare con
determinazione, senza lasciare che faccia Dio quello che è il nostro dovere; è
necessario non dimenticare di chiedergli l’appoggio, potendo, lui, compiere
quelle cose che noi non possiamo.
Se
“l’amore tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (1 Cor 13),
vuol dire che esso raccoglie tutti coloro che lo possiedono in una comunione fraterna,
senza macchia, e li accompagna nei loro ideali anche più alti, facendoli
collaborare reciprocamente.
La
preghiera è la lotta cristiana tramite la quale si arriva alla comunione
dell’amore. Come un filo invisibile essa lega insieme tutti coloro che pregano
insieme, per la stessa meta, verso lo stesso Dio. La preghiera lega tutti
insieme, come in un fascio, coloro che pregano con fede e con amore,
associandoli alla preghiera redentrice di Cristo, e a ciò che egli ci promette:
“In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si accorderanno per
domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà. Perché
dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt
18,19-20).
Tramite
la preghiera l’egoismo viene allontanato oltre i confini della vita, con
l’amore verso tutti i nostri fratelli si fa sempre più vivo e più comprensibile
tutto ciò che si ha di meglio e di puro in se stessi. La verità trionferà
sempre, perché viene data da Dio e la garanzia è il dono dello Spirito Santo,
il quale protegge fino alla fine dei tempi la chiesa del Signore qui sulla
terra.
Ma
anche l’amore tra i fratelli deve vincere, contro l’egoismo, l’orgoglio e
l’indifferenza di molti. Il Signore ci aiuti.
Metropolita del Banato, Romania
T: Alleluia!
Dal vangelo secondo Matteo: 18,18-20
In quel momento i discepoli si
avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?».
Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità
vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete
nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino,
sarà il più grande nel regno dei cieli.
E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome
mio, accoglie me. Chi invece
scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio
per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse
gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! E' inevitabile
che avvengano scandali, ma guai all'uomo per colpa del quale avviene lo
scandalo!
Se la tua mano o il tuo piede ti è occasione di scandalo,
taglialo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita monco o zoppo,
che avere due mani o due piedi ed essere gettato nel fuoco eterno. E se il tuo
occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te; è meglio per te
entrare nella vita con un occhio solo, che avere due occhi ed essere gettato
nella Geenna del fuoco.
Guardatevi dal disprezzare
uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono
sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
Se il tuo fratello commette una colpa, và e ammoniscilo fra
te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti
ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta
sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro,
dillo all'assemblea; e se non ascolterà neanche l'assemblea, sia per te come un
pagano e un pubblicano. In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la
terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra
sarà sciolto anche in cielo.
In verità vi dico ancora: se due di voi sopra la terra si
accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la
concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a
loro».
Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, quante
volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette
volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta
volte sette.
A proposito, il regno dei cieli è simile a un re che volle
fare i conti con i suoi servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che
gli era debitore di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da
restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli
e con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo, gettatosi
a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti restituirò ogni
cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò andare e gli condonò il
debito. Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva
cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi! Il suo
compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi pazienza con me e ti
rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo, andò e lo fece gettare in
carcere, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quel che accadeva, gli
altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto
l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: Servo
malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi
forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?
E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse
restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di
voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello».
* Un commento esegetico a Mt 18 si trova nel sito:
www.teclise.it
“DOVE
DUE O TRE SONO RIUNITI NEL MIO NOME IO SONO IN MEZZO A LORO”
Mt 18,20
In grandi città tedesche come a Berlino o ad Amburgo per il culto di sabato sera o domenica presto nella mattina si può fare un’osservazione abbastanza strana. Grandi chiese sono quasi vuote, a volte non più di due o tre persone si riuniscono per celebrare insieme il culto. È strano, perché per quei due o tre basterebbe una stanza d’appartamento, e invece essi si trovano in edifici una volta costruiti per centinaia e persino migliaia di fedeli. Sembra un’immagine di solitudine e di tristezza.
Da tempo teologi, sociologi ed altri studiosi si
preoccupano di questo problema. Si parla delle conseguenze della
secolarizzazione. Quest’osservazione conduce logicamente, almeno si dice cosi,
alla conclusione che l’influsso della religione cristiana nelle società
occidentali sta continuamente diminuendo. Lasciamo da parte il fatto che da
qualche tempo si nota che quest’interpretazione forse è troppo semplice e
mettiamo l’accento su un altro aspetto.
Con un po’ d’ironia alcuni teologi luterani hanno descritto
quelle chiese vuote in questa maniera: Ecco, la chiesa invisibile. Lutero
faceva quella distinzione tra la chiesa visibile e la chiesa invisibile per
esprimere che la chiesa vera di Gesù Cristo non è solo quella che possiamo
vedere nei pastori, nella gente, negli edifici e anche nelle diverse
confessioni della nostra fede. La chiesa vera è sempre molta di più, una cosa
che non solo si vede con gli occhi, ma che si sente col cuore. Cosi la chiesa
vera scavalca anche i muri delle nostre diverse chiese.
Il descrivere una chiesa quasi vuota durante il culto
come la chiesa invisibile è naturalmente l’espressione di un’ironia rassegnata.
Lutero mai pensava a chiese vuote di gente. Tuttavia, quell’espressione della
chiesa invisibile ci manifesta una profonda verità. La presenza di Dio nel
mondo non è una cosa che possiamo misurare. Non è che Dio sia più presente in
una cattedrale piena di gente che in un posto dove sono riunite due o tre
persone nel nome di Dio. Gesù è presente tra noi anche in modi che noi non ci
aspettiamo e neppure vediamo. È una gran promessa: Dove sono due o tre sono
uniti in nome di Dio Gesù è presente tra di noi. Dio c’incontra e ci trova
quando invochiamo insieme con l’altro il suo nome. Quando il nostro cuore si
dirige verso Dio insieme con un’altro cuore, Dio crea una comunione spirituale,
Dio è presente con il suo Spirito nei nostri cuori – invisibile e tuttavia
forte. Viviamo cosi la comunione con Dio insieme e con l’altro. L’invocare
insieme con un altro il nome di Dio è un atto di presenza reale di Dio nel
mondo, e questa presenza reale nel mondo non è per niente una questione di
quantità.
Cosi, vedendo una chiesa grande con solo due o tre
persone dovremmo essere più cauti. Quello che i nostri occhi interpretano come
un’immagine di solitudine e di vuoto è in verità una cosa diversa. È un segno
che Dio è presente tra di noi come vuole lui e non come pensiamo noi. La chiesa
di Dio ha cominciato – come scrive l’evangelista Matteo – dove sono riuniti due
o tre discepoli di Gesù nel nome di Dio, e durante la storia finora Dio ci ha
promesso d’essere con noi dove sono riuniti due o tre fratelli e sorelle nel
Suo nome.
Jörg
Lauster
pastore e teologo luterano, Mainz
“Se rimanete in me e rimangono in voi le
mie parole, domanderete quel che vorrete e vi sarà fatto (Gv 15,7). Dove sono due o tre
riuniti in mio nome, ci sono io in mezzo a loro (Mt 18,20). Ecco, io sono con voi fino alla fine dei secoli (Mt 28,20). Le parole che vi ho
detto sono spirito e vita (Gv 6,64).
Io sono la via, la verità e la vita (Gv 14,6)” (Rnb 22,38-42, FF 61).
“Per cui: Figliuoli degli uomini, sino a quando avrete duro il cuore (Sal 4,3)? Perché non riconoscete la verità e non credete nel Figlio di Dio (Gv 9,55)?
Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale (Sap 18,15) discese nel grembo della Vergine; ogni giorno viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre (Gv 1,18; 6,38) sopra l'altare nelle mani del sacerdote. E come ai santi apostoli apparve in vera carne, così ora si mostra a noi nel pane consacrato; e come essi con lo sguardo fisico vedevano solo la sua carne ma, contemplandolo con gli occhi della fede, credevano che egli era Dio, così anche noi, vedendo pane e vino con gli occhi del corpo, vediamo e fermamente crediamo che il suo santissimo corpo e sangue sono vivi e veri.
E in tale maniera il Signore è sempre presente con i suoi fedeli così come egli dice: Ecco, io sono con voi sino alla fine del mondo (Mt 28,20)” (Am 1,
FF 143-145).
Riflessione
Il mistero di Cristo si è dispiegato nella storia
– incarnazione, passione gloriosa, risurrezione – eppure è sempre presente e ci
raggiunge nel nostro oggi. Il buon pastore, scrive Francesco citando Giovanni,
che si prende cura di noi dopo aver dato per noi la sua vita, è sempre con noi
fino alla fine dei tempi. Perciò bisogna accorrere verso di lui e stringerglisi
intorno per formare una vera comunità fraterna (cf. Rnb 22,32-35, FF 61). Anche
se non in modo sistematico, con intuizione penetrante Francesco segnala quattro
modi in cui il Cristo si fa presente a noi oggi.
Lo è
innanzitutto nella comunità radunata nel suo nome. Ovunque siano due o tre
riuniti a causa sua, egli è in mezzo a loro; noi dimoriamo in lui e le sue
parole – spirito e vita – dimorano in noi e ci fanno vivere (cf. Rnb 22,36-39,
FF 61).
Le sue parole –
il suo evangelo – che sono anche parole vivificanti e dinamiche dello Spirito
(cf. 2Lf 3, FF180) e delle quali è necessario scoprire le infinite ricchezze
nella gioia e nell’allegrezza (cf. Am 20, FF 170; Am 7, FF 156), ci salvano al
pari del sacramento del corpo e del sangue di Cristo (cf. 2Lf 6,34, FF 194). Di
conseguenza esse sono il secondo luogo di presenza del Signore: sforzandoci di
accoglierle, di comprenderle spiritualmente e di viverle, è il Signore stesso
che incontriamo e onoriamo (cf. LOrd 4,34-37, FF 224-225).
Il luogo per
eccellenza della presenza di Cristo e del suo mistero è l’eucaristia,
celebrazione e comunione. Di Gesù Cristo incarnato, morto e risorto, nulla si
offre più oggi ai nostri sensi se non la celebrazione eucaristica: rito ed
elementi materiali del pane e del vino. In questi elementi, tanto ordinari da
essere banali, si offre alla nostra fede il Figlio di Dio che si umilia ogni
giorno come al momento dell’incarnazione; ogni giorno egli viene a noi in umili
sembianze. La sua presenza nel sacramento manifesta la sua umiltà – la sua
kenosi – insieme a quella del Padre che accetta 2la discesa dell’Unico dal suo
seno sull’altare nelle mani del presbitero” (Am 1,18, FF144). Francesco non
dimentica mai che colui che si umilia in questo anonimato eucaristico è “il
Signore dell’universo, Dio e Figlio di Dio … non più mortale ma vivente e
glorificato per l’eternità” (Lord 2,27 e 22, FF 221.220).
Infine il Cristo
ancora oggi, come nella grande preghiera la sera della sua passione (cf. Gv
17), non cessa di pregare per noi e per rivelarci il nome del Padre (cf. Rnb
22,41ss, FF62). Tre volte questa preghiera “sacerdotale” di Cristo è citata
negli scritti di Francesco, ed egli ricorda le richieste a nostro favore che in
essa il Figlio rivolge al Padre: unità, gioia, custodia dal male, conoscenza
dell’amore di Dio per noi, partecipazione al destino del Figlio e alla sua
gloria.
fr.
Thaddée Matura
frate minore
III. CONFESSIONE DI FEDE
Credo
Il Simbolo di Nicea-Costantinopoli qui
riportato è quello utilizzato durante il III Incontro della Conferenza delle
chiese europee (KEK) e il Consiglio delle chiese episcopali europee (CCEE),
Riva del Garda, 1984. Si può utilizzare anche il Credo degli Apostoli.
T: Noi
crediamo in un solo Dio, Padre onnipotente,
creatore del cielo
e della terra,
di tutte le cose
visibili e invisibili.
Noi crediamo in un
solo Signore, Gesù Cristo,
Unigenito Figlio di
Dio,
nato dal Padre
prima di tutti i secoli.
Dio da Dio, luce da
luce, Dio vero da Dio vero,
generato, non
creato della stessa sostanza del Padre;
per mezzo di lui
tutte le cose sono state create.
Per noi uomini e
per la nostra salvezza discese dal cielo.
E per opera dello
Spirito Santo
si è incarnato nel
seno della Vergine Maria
e si è fatto uomo.
Fu crocifisso per
noi sotto Ponzio Pilato. Morì e fu sepolto.
Il terzo giorno è
risuscitato secondo le Scritture,
è salito al cielo,
siede alla destra del Padre
e di nuovo verrà
per giudicare i vivi e i morti,
e il suo regno non
avrà fine.
Crediamo nello
Spirito Santo, che è Signore e dà la vita,
e procede dal Padre.
Con il Padre e il
Figlio è adorato e glorificato,
e ha parlato per
mezzo dei profeti.
Crediamo la Chiesa
una, santa, cattolica e apostolica.
Professiamo un solo
battesimo per il perdono dei peccati, aspettiamo la resurrezione dei morti
e la vita del mondo
che verrà. Amen.
Canto / Inno / Lode
IV. CONFESSIONE DEI PECCATI E RICHIESTA DI
PERDONO
L’assemblea si divide in due gruppi che si
alternano.
L: In molti modi non siamo stati fedeli alla
chiamata battesimale, alla nostra dedizione e docilità a Dio. Gli offriamo ora
il nostro pentimento.
T: Ti
confessiamo, Dio della vita,
la
nostra incapacità a vivere come fratelli e sorelle, e come tuoi figli.
Ti
confessiamo, Dio ricco di amore,
di
non aver ricambiato il tuo amore per noi.
Kyrie
Eleison
Ti
confessiamo, Dio ricco di grazia,
di
aver dubitato della tua parola e mancato di obbedire ai tuoi insegnamenti.
Ti
confessiamo, Dio ricco di misericordia,
il
nostro desiderio di trattenerti e comprimerti nelle nostre dottrine e teologie.
Kyrie
Eleison
Ti
confessiamo, Dio onnipotente,
di
non riconoscerti Signore del cielo e della terra.
Donaci
perdono e redenzione
anche
per quando non abbiamo consentito alla tua luce di brillare fra noi.
Kyrie
Eleison
L: In molti modi abbiamo mancato alla dedizione
e carità verso il prossimo, uomini e donne. Ci rivolgiamo a loro nella
preghiera, offrendo il nostro pentimento.
T: Sorelle
e fratelli in Cristo, vi confessiamo
di
non aver compreso il vostro stile di vita.
Sorelle
e fratelli in Cristo, vi confessiamo
il
nostro inutile orgoglio e presunzione.
Kyrie
Eleison
T: Sorelle
e fratelli in Cristo, vi confessiamo
di
avervi voltato le spalle quando eravate nel bisogno.
Sorelle
e fratelli in Cristo, vi confessiamo
di
non essere riusciti a vedere Cristo risorto nello straniero accanto a noi.
Kyrie
Eleison
T: Sorelle
e fratelli in Cristo, vi confessiamo
il
nostro desiderio di una vita facile, comoda, una vita che non ci costi troppo.
Perdonateci
per non aver saputo mostrarvi l’amore di Cristo
e
per ciò che non siamo riusciti a portare a compimento.
V. GESTO DI PACE
L: Possa
ciascuno di noi ricordare ora le parole del Signore, possa ciascuno di noi
abbandonare la strada sbagliata e incamminarsi nel sentiero dell’amicizia,
dell’amore e dell’unità mostratoci dal Salvatore. In pace e armonia, diciamo
insieme la preghiera che Egli ha insegnato ai suoi discepoli:
T: Padre
nostro, che sei nei cieli,
sia santificato il
tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua
volontà
come in cielo anche
in terra.
Dacci oggi il
nostro pane quotidiano
e rimetti a noi i
nostri debiti
come anche noi li
rimettiamo ai nostri debitori,
e non indurci in
tentazione
ma liberaci dal
Male.
Tuo è il regno, la
potenza e la gloria nei secoli dei secoli.
Amen.
L: Ciò
che abbiamo confessato con le nostre labbra, possa divenire realtà nelle nostre
vite. Scambiandoci un segno di pace, ripetiamo il nostro impegno ad una vita
rinnovata, di cui la confessione a Dio e al prossimo sia inizio e punto di
forza.
Segno di pace
C: La
pace del Signore sia sempre con voi.
T: E
con il tuo spirito.
C: Scambiamoci
un gesto di pace.
VI. PREGHIERE DI RINGRAZIAMENTO E DI
INTERCESSIONE
Due celebranti o
due lettori guidano, l’assemblea risponde
C: Memori
dei doni del Signore, preghiamo insieme:
1º L : O Signore del cielo e della terra, per
l’ispirazione a seguire la voce del tuo Spirito che ci chiama all’unità in
Cristo:
T: Ti
ringraziamo, Signore.
2º L: Rendici
più docili alla tua volontà e più solleciti all’ascolto reciproco:
T: Ti
preghiamo, Signore.
1º L : Per il desiderio di
dialogare gli uni con gli altri, celebrando la nostra fede comune e cercando di
capire le nostre differenze:
T: Ti
ringraziamo, Signore.
2º L: Rendi
fecondo il paziente lavoro di pastori, teologi e popolo cristiano perché porti
frutto durevole:
T: Ti
preghiamo, Signore.
1º L : Per gli accordi raggiunti su questioni
teologiche e pastorali:
T: Ti
ringraziamo, Signore.
2º L: Rendici
capaci di affrontare e risolvere le questioni che ancora ci dividono:
T: Ti
preghiamo, Signore.
1º L : Per i nostri incontri annuali di preghiera
per l’unità fra i cristiani:
T: Ti
ringraziamo, Signore.
2º L: Rendi
i momenti di preghiera comune una prassi stabile nelle nostre comunità:
T: Ti
preghiamo, Signore.
1º L : Per la testimonianza comune in Cristo che
abbiamo saputo dare in periodi di crisi, per la giustizia, la pace, l’aiuto
umanitario:
T: Ti
ringraziamo, Signore.
2º L: Fa’
che la nostra unione divenga tale che il mondo intero possa credere a Gesù
Cristo che Tu hai mandato:
T: Ti
preghiamo, Signore.
1º L : Per il progresso nel dialogo inter-religioso,
in tutto il mondo:
T: Ti
ringraziamo, Signore.
2º L: Fa’
che, nel crescente impegno in questo dialogo, possiamo sentire l’urgenza della
piena comunione fra cristiani, come testimonianza per le persone di altre fedi:
T: Ti
preghiamo, Signore.
1º L : Per le famiglie interconfessionali, testimoni
viventi di comunione personale nell’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo:
T: Ti
ringraziamo, Signore.
2º L: Fa’
che la vita famigliare contribuisca alla gioia cristiana dei membri delle loro
chiese:
T: Ti
preghiamo, Signore.
1º L : Per l’immensa crescita fatta dalle nostre
chiese nella comune comprensione della parola di Dio come fonte di rivelazione,
e per il progresso già raggiunto verso una comune celebrazione dell’eucaristia:
T: Ti
ringraziamo, Signore.
2º L: Fa’
che la speranza di condividere un giorno la stessa mensa e bere allo stesso
calice, accresca in noi il desiderio di compiere la tua volontà per poter
ricevere da te questo dono:
T: Ti
preghiamo, Signore.
Altre preghiere di intercessione possono
essere formulate, secondo il contesto locale.
VII. BENEDIZIONE E COMMIATO
Invio in missione
T: Apri
i nostri occhi alla tua presenza,
apri
i nostri orecchi alla tua chiamata
Apri
i nostri cuori al tuo amore.
Fa’
che sappiamo aprire le nostre braccia al prossimo,
fa’
che sappiamo aprire il nostro cuore allo straniero,
fa’
che sappiamo aprire la nostra porta ai viandanti.
Fa’,
o Signore, che sappiamo accogliere Te,
oggi
e sempre. Amen.
Congedo
C: Andate
in pace per amare e servire il Signore.
T: Rendiamo
grazie a Dio.
Canto
finale
Foglio di collegamento!
Queste pagine non sono un normale notiziario, ma un “foglio
di collegamento”, cioè, strumento di comunicazione. Tutti i delegati sono
invitati a servirsene per comunicare esperienze, esprimere proposte, rivolgere
domande, offrire suggerimenti sia per la composizione e redazione del foglio
stesso, sia per l’animazione ecumenica. Il foglio è di tutti: aspettiamo il vostro
coinvolgimento! Chiunque è interessato a riceverlo ci comunichi la propria
e-mail.
Incontro mensile
Una grande famiglia ecumenica si incontra nella preghiera
e riflessione la terza domenica di ogni mese; i suoi membri non sono
registrati, ma si mettono in comunione attraverso la preghiera e la riflessione
privata o comunitaria; si sentono così corroborati dalla loro unità con Cristo,
all’interno di una grande famiglia.
COMPI – Commissione per l’ecumenismo e il dialogo –
Segreteria
Castello 2786, 30122 Venezia Ve; tel.+fax: 041.5281548; e-mail: teclise@tin.it; www. teclise.it