Foglio di collegamento dei delegati per
l’ecumenismo e il dialogo dei Frati Minori d’Italia |
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IN DIALOGO …
sulle orme di Francesco
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ECUMENISMO …
c’è molto da ridere |
c’è poco da ridere
Il
titolo di questa riflessione vorrebbe essere uno slogan per un rilancio del
nostro impegno ecumenico.
In situazioni difficili e senza prospettive di soluzione diciamo che “c’è poco da ridere”. Lo si dice anche della situazione ecumenica. Ma è proprio vero che nell’ecumenismo c’è poco da ridere e che chi ride o sorride è proprio un incosciente? Io credo, invece, che nel campo dell’ecumenismo c’è molto da ridere e che abbiamo bisogno proprio di un riso o sorriso salutare per entrare nell’animo dell’ecumenismo, che è l’animo di Gesù.
un
riso salutare
Mi torna alla mente un
singolare episodio di cui è testimone frate Alessandro del convento di
Acireale. Qualche anno fa un noto professore inglese è stato improvvisamente
colpito da un grave e misterioso malore; frate Alessandro, nel tentativo di
salvarlo, l’ha caricato in macchina e si è diretto senza indugi verso
l’ospedale; quando sono passati davanti al cimitero la moglie ha fatto un cenno
verso l’ingresso, forse per chiedere di che si trattava; il frate rispose in
modo faceto che si trattava del cimitero, ma che era troppo presto per fermarsi
lì, perché prima bisognava passare per l’ospedale. Il professore ha inteso la
facezia ed è scoppiato in una profonda e irresistibile risata, che non riuscì a
contenere fino all’arrivo in ospedale. I medici hanno riscontrato che il
paziente si era ormai perfettamente ripreso, per effetto di quella risata che
aveva sbloccato le gravi complicazioni che stavano all’origine del malore.
Penso che anche noi abbiamo bisogno di salutari risate per sbloccarci e rivestirci di quella vitalità che è propria di chi è rinato a vita nuova. E l’ecumenismo offre motivi e occasioni di grande gioia e soddisfazione, corrispondenti a una cordiale risata.
la gioia della
comunione
Chi fa una vera esperienza ecumenica ne viene scosso in profondità e in lui erompe uno scoppio di gioia e un riso incontenibile che sblocca e risana. E’ inutile e infruttuoso promuovere l’ecumenismo parlando solo di un ufficio, di un obbligo o di un peso, sia pur doveroso, magari a scapito di altre incombenze.
L’ecumenismo trova spazio
solo là dove prevale la gioia per la perla che si è trovata e che è il regno di
Dio condiviso con tanti fratelli e sorelle; invece, spesso siamo dei mercanti:
invece di lasciarci attrarre dal valore e dalla preziosità della perla del
regno ci soffermiamo a valutare il prezzo di ciò a cui dobbiamo rinunciare;
siamo mercanti quando tesaurizziamo e sfruttiamo le sofferenze e ingiustizie
subite nel passato per avere oggi una maggiore forza “contrattuale”. Solo chi è
concentrato nella nuova vita pasquale trova la forza di riconciliare le memorie
del passato, senza lasciarsi imprigionare e condizionare da eventuali
sofferenze o ingiustizie subite.
L’insensibilità ecumenica tradisce
il nostro animo non povero: si sentiamo ricchi, sazi, autosuffi- cienti,
abbiamo la “nostra” verità, la “nostra” santità, la “nostra” integrità
familiare, e non ci accorgiamo che, finché siamo divisi, nella “nostra”
famiglia manca qualcuno di noi, non un ospite.
Tutto questo spiega il nostro torpore e il nostro disinteresse per l’ecumenismo. Ma è proprio all’interno dell’ecumenismo che c’è spazio per chi cerca la gioia e la risata guaritrice. Basta ascoltare le testimonianze di chi ha vissuto vere esperienze di condivisione spirituale.
Tecle Vetrali
“Il compito del pastore, del pescatore di uomini può spesso apparire faticoso. Ma è bello e grande, perché in definitiva è un servizio alla gioia di Dio che vuole fare il suo ingresso nel mondo” (Benedetto XVI)
Sono ancora vivi i momenti di vera soddisfazione
spirituale vissuti sia agli incontri spirituali svolti alla residenza
dell’Arcivescovado di Timisoara, sia al monastero S. Pancrazio – Italia.
Ricordiamo con affetto i nostri incontri, all’Arcivescovado di
Timisoara, con le persone conosciute lì e pensiamo sempre con amore ai
colloqui, alle preghiere piene di trasporto e di gratitudine che ci hanno
seguito sulla via dell’amore in Cristo e che ci hanno aiutato a comunicare tra
di noi. Abbiamo incontrato gente meravigliosa, ottimi compagni di
conversazione, ma anche fratelli nella preghiera alzata verso l’unico Dio della
Santa Trinità. Sicuramente questo approccio, questi incontri per la conoscenza
reciproca non sarebbero mai
possibili senza l’appoggio di Padre Tecle, infaticabile atleta
dell’Unità della Chiesa, che lotta per giungere all’ideale supremo promosso da
Gesù Cristo: che tutti siano uno solo. Quanto ai frati e alla loro vita
fraterna, dobbiamo dire che siamo stati colpiti dalla loro preghiera profonda,
dalle loro vite umili e distaccate, e abbiamo capito il senso delle loro
parole: che “l’unità cristiana non deve essere creata, ma riscoperta”. E’ stata
per tutti un’esperienza felice e ricchissima. Abbiamo imparato tanto a questi incontri,
e pensiamo anche che i fratelli francescani abbiano avuto un contatto positivo
con la nostra spiritualità ortodossa. In seguito a queste esperienze, ci
auguriamo che i nostri legami tra le due comunità di monaci e frati continui
anche nel futuro, convinti che la nostra fratellanza sia benefica per la Chiesa
di Cristo. Noi preghiamo per questa e per la Chiesa Cattolica sorella, che ha
subito una perdita incommensurabile, con la speranza che l’erede di Papa
Giovanni Paolo II abbia la stessa apertura verso l’intero mondo cristiano.
Creando questi quadri generali favorevoli all’unione, crediamo che tramite la
preghiera potremo realizzare una migliore concordanza seguita poi dall’unione,
che è la meta alla quale il Signore ci ha chiamato, per conoscerci e per
scoprire i valori spirituali e confessionali che abbiamo in comune. Gli
esercizi spirituali ecumenici sono utilissimi sia per noi ortodossi, sia per i
fratelli cattolici, ma oltre l’esperienza in sé nasce anche un amore spirituale
profondo tra di noi e mi piacerebbe continuare a partecipare nel futuro. Protosincello
Longhin
“Come è bello che i fratelli
vivano insieme!”. Ascoltare la parola del Signore ci rende felici. Sia
l’incontro, sia lo spirito nella preghiera che ci ha seguito sul percorso di
questi giorni trascorsi insieme mi hanno fatto sentire come avvolta dalla
felicità che il nostro Salvatore divino ci dona. Ho partecipato con gioia a
questo incontro, ho vissuto dei momenti spirituali meravigliosi, ho scoperto
tante cose in comune e la meditazione condivisa con gli altri. Credo che ci
arricchiamo tutti spiritualmente a tali incontri.
Sr. Mihaela
In merito ai giorni passati
nella preghiera e meditazione, sento che nella mia vita dovrò cambiare
qualcosa, cioè, vorrei guardare il mio prossimo così come ha detto il p. Tecle:
“guardando Dio”.
Io penso che una via per
avvicinare il frate alla perfezione sia la saggezza acquistata attraverso
l’insegnamento e lo studio. Lo studio in tutti i campi ci fa scoprire i
meravigliosi misteri del Signore e della natura. Attraverso lo studio potremo
conoscere più presto e meglio la grandezza immortale del Signore, la natura
degli elementi, la genesi, l’apparizione dell’uomo e la sua missione, le
bellezze e le ricchezze del mondo, che è pur sempre effimero, e la vita eterna
in Dio.
Dunque, i nostri incontri
agli esercizi che vogliamo continuare sono una ricchezza per tutti coloro che
partecipano.
Sr. Ilaria
“Sembra che stiamo per
entrare in una nuova era dell’ecumenismo nella quale gli accordi formali e le
strutture e prerogative istituzionali sono rimesse in discussione per dare
spazio a nuove forme di espressione della fede che siano essenzialmente fondate
sull’esperienza personale. Queste manifestazioni sono evidentemente una
contestazione da una parte di quello che viene considerato un eccesso di
burocratizzazione nelle chiese storiche e dall’altra parte delle loro strutture
di autorità… Alla base di questo fenomeno c’è la richiesta di una spiritualità
autentica, capace di metterci in rapporto con l’umanità…
E’ sempre stato fuori discussione che la spiritualità svolge un ruolo importante nell’ecumenismo… Io sono personalmente convinto che la spiritualità giocherà un ruolo ancora più importante nel XXXI secolo”. Samuel Kobia, Segretario generale del CEC
“All’inizio
del suo ministero nella Chiesa di Roma che Pietro ha irrorato col suo sangue,
l’attuale suo Successore si assume come impegno primario quello di lavorare
senza risparmio di energie alla ricostituzione della piena e visibile unità di
tutti i seguaci di Cristo. Questa è la sua ambizione, questo il suo impellente
dovere. Egli è cosciente che per questo non bastano le manifestazioni di buoni
sentimenti. Occorrono gesti concreti che entrino negli animi e smuovano le
coscienze sollecitando ciascuno a quella conversione interiore che è il
presupposto di ogni progresso sulla via dell’ecumenismo.
Il dialogo teologico è
necessario, l’appro- fondimento delle motivazioni storiche di scelte avvenute
nel passato è pure indispensabile. Ma ciò che urge maggiormente è quella
“purificazione della memoria”, tante volte evocata da Giovanni Paolo II, che
sola può disporre gli animi ad accogliere la piena verità di Cristo. E’ davanti
a lui, supremo Giudice di ogni essere vivente, che ciascuno di noi deve porsi,
nella consapevolezza di dovere un giorno a Lui rendere conto di quanto ha fatto
o non ha fatto nei confronti del grande bene della piena e visibile unità di
tutti i suoi discepoli …
“… Mi rivolgo a tutti, anche a coloro che seguono altre religioni o che semplicemente cercano una risposta alle domande fondamentali dell’esistenza e ancora non l’hanno trovata. A tutti mi rivolgo con semplicità ed affetto, per assicurare che la Chiesa vuole continuare a tessere con loro un dialogo aperto e sincero, alla ricerca del vero bene dell’uomo e della società”.
Benedetto XVI, Messaggio del 20 Aprile 2005
“Il discorso si fa pieno di
affetto anche nel saluto che rivolgo a tutti coloro che, rinati nel sacramento
del Battesimo, non sono ancora in piena comunione con noi; ed a voi fratelli
del popolo ebraico, cui siamo legati da un grande patrimonio spirituale comune,
che affonda le sue radici nelle irrevocabili promesse di Dio. Il mio pensiero,
infine – quasi come un’onda che si espande – va a tutti gli uomini del nostro
tempo, credenti e non credenti”. Benedetto
XVI, Omelia del 24 Aprile 2005
“Sulle tracce dei miei
Predecessori in particolare Paolo VI e Giovanni Paolo II, sento fortemente il
bisogno di affermare di nuovo l’impegno irreversibile, preso dal Concilio
Vaticano II e perseguito nel corso degli ultimi anni anche grazie all’azione
del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Il cammino
verso la piena comunione voluta da Gesù per i suoi discepoli comporta, in una
docilità concreta verso ciò che lo Spirito dice alle Chiese, coraggio,
dolcezza, fermezza e speranza di giungere allo scopo. Esso comporta al di sopra
di tutto la preghiera insistente e di uno stesso cuore, per ottenere dal Buon
Pastore il dono dell’unità per il suo gregge …
Esprimo il mio apprezzamento
per la crescita del dialogo fra musulmani e cristiani, a livello locale e
internazionale. Vi assicuro che la Chiesa vuole continuare ad edificare i ponti
di amicizia con i credenti di tutte le religioni, allo scopo di ricercare
l’autentico bene di ogni persona e della società nel suo complesso”.
Benedetto XVI, Discorso ai
rappresentanti delle Chiese e Comunità cristiane e delle Religioni non
cristiane, il 26.04.05
Chi paga?
Quando
si avanza la proposta di qualche iniziativa ecumenica (non solo!) ci si imbatte
immedia- tamente in una domanda: chi paga? A pensarci bene, già la formulazione
della domanda assume un chiaro significato: la cosa non riguarda me.
Trattandosi di tentativi per promuovere l’unità cristiani, possiamo
tranquillamente rispondere: Cristo ha già abbondantemente pagato con il suo
sangue. Questa potrebbe sembrare solo una battuta, ma dovrebbe indurre a
riflessione: se per l’unità Gesù ha donato la vita, non è un prendere alla
leggera la sua vita e la sua morte considerare affare d’altri un impegno per
l’unità? Il discepolo povero, consapevole che Gesù ha già donato la vita per
l’unità, si mette in moto e si affida al cuore di chi possiede 5 pani e li
mette a disposizione di Gesù che vuole sfamare la folla ansiosa di unità. Credo
che la sentenza sottoposta al giudizio del “chi paga?”, prima di arrivare alla
suscettibilità di chi avanza la proposta passi attraverso il cuore di Colui che
ha già pagato con la sua vita.
Ecumenismo: Chiesa
cattolica
Un questionario inviato
a tutte le Conferenze Episcopali ha evidenziato nella Chiesa cattolica: - un
migliore atteggiamento ecumenico, soprattutto in campo spirituale; - la
persistenza di alcuni problemi interni (eccesso in certe pratiche devozionali,
mancanza di una letteratura ecumenica accesibile…) e di rapporto (diffidenza,
memorie non riconciliate, accuse di proselitismo…); - sufficienti strutture per
il dialogo a livello di Conferenza, meno buone a livello diocesano; -
suggerimenti: inserire l’ecumenismo nei programmi pastorali, promuovere la
formazione ecumenica, studiare come affrontare il proselitismo aggressivo…
Ecumenismo: CEC
(Consiglio Ecumenico delle Chiese)
* Per le decisioni
importanti di portata teologica è stato introdotto il metodo del consenso,
che sostituisce quello di maggioranza: il metodo del consenso, frutto di un
dialogo ad oltranza, è ritenuto il più idoneo alla natura della Chiesa.
* Dal 9 al 16 maggio
si tiene ad Atene la Conferenza mondiale del CEC su Missione ed
Evangelizzazione, sul tema: Chiamati in Cristo ad essere comunità di
guarigione e riconciliazione.
* Dal 14 al 23
febbraio 2006 si terrà a Porto Alegre (Brasile) la IX Assemblea generale
del CEC sul tema: Dio, nella tua grazia, trasforma il mondo; le
Assemblee generali del CEC hanno luogo regolarmente ogni 7 anni e costituiscono
l’organismo supremo del CEC; oltre a dettare le linee fondamentali del cammino
ecumenico delle chiese membri, l’Assemblea elegge il Comitato Centrale che,
sotto la guida del Presidente e del Segretario generale, ne cura l’attuazione.
Dialogo: OFM
* Un’iniziativa
denominata Ponte Assisi-Timisoara è in atto per intensificare i rapporti
di amicizia e comunione tra i frati minori e la Metropolia ortodossa di
Timisoara. E’ programmato uno scambio di visite, una condivisione di esperienze
come esercizi spirituali, l’organizzazione di convegni di approfondimento sulla
spiritualità, l’edizione di profili di santi ortodossi e francescani in testo
bilingue…
* Un corso di
formazione per i frati interessati
al dialogo ecumenico e interreligioso, si terrà dal 23 ottobre al 2 novembre
2005 nella nostra casa di Istanbul; il primo corso sarà tenuto in lingua
italiana e spagnola. Il tema sarà di carattere ecumenico – francescano; sono
previsti 3 giorni di visita alle chiese dell’Apocalisse e incontri con
rappresentanti religiosi. Per informazioni e iscrizioni rivolgersi a Fra Ruben
Tierrablanca: < rube2000@libero.it >.
Dialogo: COMPI
* Il convegno
annuale destinato ai Delegati Provinciali per l’ecumenismo e ai Parroci e Operatori
pastorali sul tema “L’ecumenismo nella pastorale parrocchiale” si terrà
a Maiori (SA) nei giorni 15-16.06.2005. Interverranno Tecle Vetrali, Gabriele
Zanetti, Placido Sgroi, Gerado Cardaropoli, Antonio Squitieri, Paolo Poggioli,
Elisabetta Kalambuoca, Sarà presente anche Fra Miguel Vallecillo, Presidente
del Servizio per il dialogo Dell’OFM. I Delegati per l’ecumenismo sono invitati
a coinvolgere anche altri operatori pastorali. Per informazioni e iscrizioni:
Fr Damiano Lanzone: <damiano.lanzone@virgilio.it>; oppure, Fr Tecle
Vetrali: < teclise@tin.it >.
* Esercizi spirituali ecumenici:
- 18-21 ottobre
2005: a San Marco in Lamis (Foggia);
tema: La preghiera del cristiano; prenotazioni: Fra Giuseppe di
Condio, Conv. S. Maria delle Grazie, P.za 4 novembre 5, 71015 S. Nicandro
Garganico (FG); tel.+fax: 0882.473049; oppure: Fra Tecle Vetrali, Castello
2786, 30122 Venezia; tel. + fax: 041.5281548; e-mail: <teclise@tin.it> .
- 23-26 gennaio
2006: a Timisoara (Romania); tema: Dove due o tre sono riuniti nel mio
nome io
sono in mezzo a loro (Mt 18,20); prenotazioni: Fra Tecle Vetrali, Castello 2786, 30122 Venezia; tel.
+ fax: 041.5281548; e-mail:< teclise@tin.it>.
* Nei
giorni 02-04 giugno, presso l'Oasi francescana "Gesù Bambino"
di Greccio (Rieti), il "Forum Internazionale Civiltà dell'Amore"
organizza un cantiere per il dialogo dal titolo: Con gli occhi dell'altro. Francesco d'Assisi e
l'arte dell'incontro. Intervengono il
Rabbino Piattelli, Mons. Chiarinelli, l'Imam Sheweita. Informazioni: fr.
Fabio Berti ofm, <freifabio@libero.it>.
Incontro mensile
Una grande famiglia
ecumenica si incontra nella preghiera e riflessione la terza domenica di ogni
mese; i suoi membri non sono registrati, ma si mettono in comunione attraverso
la preghiera e la riflessione privata o comunitaria; si sentono così
corroborati dalla loro unità con Cristo, all’interno di una grande famiglia.
Foglio di collegamento!
Queste pagine non sono un normale notiziario, ma un “foglio
di collegamento”, cioè, strumento di comunicazione. Tutti i delegati sono
invitati a servirsene per comunicare esperienze, esprimere proposte, rivolgere
domande, offrire suggerimenti sia per la composizione e redazione del foglio
stesso, sia per l’animazione ecumenica. Il foglio è di tutti: aspettiamo il
vostro coinvolgimento! Chiunque è interessato a riceverlo ci comunichi la
propria e-mail.
COMPI – Commissione per l’ecumenismo e il dialogo –
Segreteria
Castello 2786, 30122 Venezia VE; tel.+fax: 041.5281548; e-mail: teclise@tin.it; www. teclise.it